“La consapevolezza non è e non deve essere un atto di fede, ma una conseguenza della conoscenza.” – Stefano Nasetti
Nello scorso articolo abbiamo parlato delle prime due competenze che AICP (Associazione Italiana Coach Professionisti) ha definito come essenziali per un coach: Sapere e Saper Fare. Oggi, vorrei parlarvi della terza competenza, che consequenzialmente deriva dalle prime due: Saper Essere.
Queste prime tre competenze fondamentali possono essere divise in tre gruppi diversi:
- Il Sapere, che riguarda le conoscenze;
- Il Saper Fare, che riguarda le capacità, le abilità e l’esperienza;
- Il Saper Essere, che riguarda i comportamenti e gli atteggiamenti, e ha a che fare con l’identità.
Il Saper essere rappresenta quelle competenze trasversali che utilizziamo in più ambiti, come, ad esempio comunicare, parlare in pubblico, lavorare in gruppo… e riguarda la capacità di essere.
Facciamo un passo indietro, per poi fare un salto in avanti: la scuola ci dota delle nozioni principali (Sapere) del saper fare, ma è solo quando iniziamo ad agire sul campo che iniziamo a sviluppare le conoscenze pratiche e, con il tempo, diventiamo abili nel Saper Fare. A volte, però, succede che hai tutte le conoscenze teoriche e che conosci le azioni necessarie da compiere, ma non riesci a mettere in pratica. Da cosa dipende?
Ecco, questo dipende dalla terza, fondamentale, competenza.
Il Saper Essere
In questa competenza, dobbiamo introdurre il concetto di soft skill, ovvero quelle abilità trasversali che contribuiscono a rendere gli individui efficaci dal punto di vista relazionale e comunicativo e metodologico. Sono competenze trasversali perché possiamo ricondurle alle tre componenti del sapere, del saper fare e del saper essere.
Facciamo un esempio: l’avere una comunicazione efficacie non è solo un’attitudine innata, ma richiede conoscenze teoriche (sapere), esperienza ed applicazione di metodo (saper fare), e tratti personali, come la capacità di ascolto (saper essere).
Le attitudini, il saper essere, sono legate all’identità.
Le competenze che riguardano il saper essere possono essere:
- personali – la padronanza di sé, la motivazione, la flessibilità, l’autocontrollo, iniziativa, impegno, la spinta alla realizzazione
- sociali – empatia, gestione conflitti, collaborazione, leadership, comprensione
Le ultime citate, le competenze sociali fanno parte delle competenze dell’intelligenza emotiva e comprendono l’empatia e le abilità sociali, sono quelle che forniscono un contributo importante alle prestazioni relazionali e professionali.
Un coach, a proposito di Saper Essere, deve essere vitale, autentico, empatico… e tu, cos’altro vuoi aggiungere?
Una dote che ho sviluppato nel coaching è quella della capacità di superare i pregiudizi e soprattutto di evitare i giudizi. Mi ha fatto crescere nel modo di essere.
Buongiorno Pierangelo e grazie per aver condiviso la tua esperienza, concordo, fare un percorso per diventare coach professionisti, sicuramente ci permette di lavorare con abbondanza sulla capacità di “sospendere” il giudizio che è parte innata dell’essere umano. Questo comportamento ” sospensione del giudizio” ci permetterà di vedere un mondo differente in ogni persona con cui entreremo in relazione. Grazie ancora Pierangelo.